La Sfilata del Cavallo Azzurro

Domenica 21, l'ultimo giorno del Festival della Filosofia, tornando da casa di mio fratello mi sono imbattuta in uno strano corteo. Decine di persone, ognuna con delle strane sagome. Dei cavalli? Oppure dei cavallucci? In ogni caso più che per la forma si notavano per i colori, per i disegni, tutti diversi l'uno dall'altro.

E in testa a questo strano gruppo un gigantesco Cavallo Azzurro, montato su di un carro.

Per un tratto li ho seguiti, incuriosita. Tanto facevano la mia stessa strada. Sono arrivati all'altezza di piazza Mazzini, dove ho fatto questo scatto un po' storto. Magari inclinando la testa e cambiando punto di vista avrei capito cosa stava succedendo. Ma niente: non vedevo nessuna scritta, nessun manifesto che potesse spiegarmi da dove venissero quelle persone, dove fossero dirette. Perché si stavano fermando.

Solo i cavalli. E una canzone di cui non capivo le parole.

Quando sono finalmente ripartiti per la loro via ho ceduto alla curiosità, interrompendo la conversazione di un gruppo di signore. Tutte con i loro destrieri sottobraccio. Una di loro si è fermata un attimo con me.

E mi ha raccontato la storia di Marco Cavallo.

Mi sono accorta che la conoscevo, parte di quella storia, ma mancava proprio quel suo azzurro protagonista, quel simbolo di speranze e di libertà.


Per chi, come me, è un po' ignorante ma cerca di rimediare quando può; per chi invece sapeva già fin da subito Chi era quel cavallo e che parte ha avuto nella nostra storia, ma vuole lo stesso rinfrescarsi la memoria: qui quelli del DSM di Trieste cercano di raccontarla agli internauti.

In quest'altra pagina sono un po' più prolissi, ma se avete qualche minuto vale comunque la pena.


E i cavallini colorati invece da dove spuntavano?
Loro sono di Modena, e sono stati creati apposta per quest'occasione.



[Sorry to all those people out there who don't understand Italian. I'll translate it if I have the time, or at least I'll find a couple of links]